“Cos’è casa?” – si domandò la ragazza dai capelli lunghi e mossi.
Da piccola la casa è quella dei nonni, dove i tuoi genitori ti parcheggiano in attesa di finire di lavorare.
Da adolescente, casa è la tua cameretta, piena di segreti inconfessabili, cd sparati ad alto volume e poster di cui ora probabilmente ti vergogni.
Da studentessa fuorisede, casa è una singola dove – se ti va di culo – hai anche un bel salotto dove fare delle memorabili feste universitarie.
E quando torni nella città natale, casa è il profumo di pasta al forno e i sorrisi dei tuoi genitori. Che ogni volta che vai via, diventano più difficili da salutare. Accennano un sorriso, che poi si trasforma in una smorfia, che cercano di camuffare per non farti capire che in realtà vorrebbero inondarti di lacrime.
Poi smetti di ondeggiare come una foglia. Trovi il tuo centro. La casa è quel luogo dove paghi regolarmente le bollette. Piano piano, l’affitto si trasforma in voglia di acquisto e così inizia la ricerca di un’altra casa. 43 abitazioni, 2 anni, qualche proposta azzardata e per fortuna rifiutata più tardi, trovi casa. Quella che devi rimettere a nuovo perché:
1) è più bello personalizzare;
2) ci sono i bonus edilizi, vuoi non approfittarne?
Forte di questo acquisto e di essersi indebitata insieme al marito per i prossimi 30 anni – la ragazza dai capelli lunghi e mossi- marciava fiera verso il loro futuro. Un futuro che sarebbe stato pieno di graniglia da rompere, parquet e piastrelle da scegliere, calcinacci da buttare, decisioni stilistiche da prendere – e con poca voglia da parte del coniuge – giornate all’Ikea da trascorrere. Metri quadri da misurare, scatoloni da fare, specchi da imballare, vestiti da buttare. E allora la ragazza dai capelli lunghi e mossi pensò di nuovo: “Cos’è casa?”
Casa è il luogo che profuma di caffè alla mattina e invade il pianerottolo con odore di soffritto la sera.
Casa è dove non ti vergogni di mettere quel pile che non butti via da ormai troppo tempo.
Casa è dove ci sono i tuoi affetti stabili, le piante che non innaffi, le scorte di carta igienica e i soldi nascosti sotto al letto.
Ma mentre la ragazza dai capelli lunghi e mossi si rallegrava per la sua situazione personale, nel cuore d’Europa scoppiava la guerra. Una guerra che tutti sentivano più vicina e alle porte perché, per la prima volta, si combatte dove non immaginavamo, e per la prima volta è fatta da civili armati di smatphone, pronti a documentare la triste realtà minuto per minuto.
Allora la ragazza con i capelli lunghi e mossi si chiese: cos’è casa per le persone che sono state letteralmente costrette a fuggire dalla propria?
Un tetto sopra la testa?
Un rifugio temporaneo anti-aereo?
Una metropolitana?
Con leggerro imbarazzo si fermò a pensare di quanti privilegi disponiamo. E pensò quanto le nostre vite piene di comfort sembrano cose così sciocche se messe a confronto con la situazione attuale.
“Allora cos’è la guerra?” – si domandò la ragazza dai capelli lunghi e mossi.
Quella che quando entri lanci le chiavi a caso, il wifi ti si collega in automatico, il caos della quotidianità che si fa sentire, inciampare nel tappeto, il piede scalzo su un mattoncino della Lego e uno sprofondare lento sul divano.
La guera in salotto è l’unica guerra che dovremmo conoscere: quella delle nostre case.
Complimenti è sempre bello leggere i tuoi articoli, così reali, così colmi di sentimento e realtà. Bravo
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