Il rock di Patti Smith inaugura la 61/ma edizione del Festival dei Popoli

Cosa succede se Maometto non va alla montagna? La montagna va da Maometto!  

E se noi non possiamo andare al cinema, è il cinema che viene da noi. Un po’ per reagire alla triste situazione della chiusura delle sale cinematografiche delle scorse settimane e un po’ perché bisogna farsi forza, i festival cinematografici si sono reinventati. Uno tra questi è il Festival dei Popoli, che con la frase “The Show Must Go ‘Home’ lancia un messaggio forte e chiaro  – che lo spettacolo deve andare avanti e lo farà anche da casa – e infatti si terrà online nelle date previste dal 15 al 22 novembre.

“Ancora una volta – hanno detto Claudia Maci e Alessandro Stellino – i festival sono rimasti senza una casa e ne hanno trovato una in quella di ogni spettatore. La 61/ma edizione del Festival dei Popoli entra nelle abitazioni di tutti con un programma ricco di voci che raccontano il tempo che viviamo nel suo stesso dispiegarsi davanti ai nostri occhi e l’instabilità di un panorama sociale e politico che va monitorato da occhi attenti e civili”. 

La cosa più bella dell’edizione di quest’anno (nonostante tutto!) è il costo dell’abbonamento. Con soli 9.90€  potrete abbonarvi direttamente sul sito https://www.mymovies.it/ondemand/popoli/ e potrete seguire il calendario del festival con qualunque dispositivo connesso e inoltre assistere a panel, masterclass e incontri con gli autori in esclusiva.

Ma veniamo al programma. In apertura la prima mondiale del documentario Patti in Florence del regista fiorentino Edoardo Zucchetti, un racconto sul rapporto speciale tra Patti Smith e la città di Firenze, nato in occasione del leggendario concerto del 10 settembre 1979 allo Stadio Artemio Franchi davanti a 60.000 spettatori (io non ero nata e neanche il regista lo era! Ma proprio per questo valore storico, il doc merita di essere visto!). Le rare immagini d’archivio si intervallano con le sequenze che il regista ha girato con la rocker in città, tra performance e improvvisazioni nelle strade, musei, teatri e piazze per un film che diventa una lettera d’amore della musicista nei confronti del capoluogo toscano.

Il cartellone è ricco e propone 60 documentari divisi in varie sezioni. Oltre al consueto Concorso Internazionale (18 film tra corti, medi e lunghi, tutti inediti in Italia) e al Concorso Italiano (7 i titoli, tutti inediti assoluti, un viaggio nell’Italia oggi) ci muoviamo nell’universo musicale con Let the Music Play dedicata ai documentari musicali (dove segnalo Sisters With Transistors di Lisa Rovner, sulle pioniere della musica elettronica e Bring Down The Walls di Phil Collins, che ribalta il concetto di una musica house, troppo spesso associata al divertimento, allo sballo e alla liberazione delle energie negative.

Ci sarà anche una parte dedicata agli adolescenti, quest’anno, con Popoli for Kids & Teens dove segnalo Now di Jim Rakete, documentario sui giovani attivisti che lottano per un futuro sostenibile (sì, c’è anche Gretina nostra). Tra i protagonisti Luisa Neubauer (Fridays for Future), Felix Finkbeiner (Plant for the Planet) e Nike Mahlhaus (Ende Gelände), con testimonianze di tante celebrità tra cui Patti Smith stessa e Wim Wenders.

Un focus sull’ambiente con Habitat, dove ci sono ben 9 titoli legati ai temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geo-politico (qui segnalo in chiusura Icemeltland Park la regista Liliana Colombo che mostra un parco di divertimenti da incubo tra l’Alaska e la Terra del Fuoco, ovvero il nostro pianeta, sconvolto dalle conseguenze del cambiamento climatico).

Un festival che da sempre mescola l’attualità a racconti storici tramite il documentario. Godiamocelo così (per il momento) e poi torneremo senz’altro ad apprezzarlo anche dal vivo.

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