È la durabilità l’altra faccia della sostenibilità. A rendere verosimile questa affermazione sono gli “arredi felici”, quelli che non invecchiano alla prova del tempo, rimangono fedeli alla bellezza del progetto e alla qualità dei materiali. Sono gli stessi arredi felici protagonisti di Mercanteinfiera, il salone di Fiere di Parma in programma dal 12 al 20 marzo.
Ed è proprio a Parma, tra culatelli che pendono dal soffitto e tocchetti di parmigiano, che andrò questo weekend. Ma prima delle prelibatezze gastronomiche che mi aspettano farò un giro tra i 40mila mq di superficie espositiva, quattro padiglioni e 1000 espositori dell’appuntamento dedicato alle tendenze d’arredamento, microcosmi che mixano archeologia, antiquariato e design intramontabile (Franco Albini, Gaetano Pesce, Sottsass, Gio Ponti, Fornasetti e Arne Jacobsen solo per citarne alcuni).




Oltre ai pezzi di design storico e collezionismo vintage, la cosa che più mi incuriosisce sono gli eventi off. È con uno sguardo tutto rivolto al ‘900 che vengono inaugurate le due mostre collaterali, dal titolo “Partivano i bastimenti. Home sweet home America” e “Olivetti #StoriadiInnovazione”. Storie diverse ma accomunate dalla dimensione del sogno: quello degli oltre 14 milioni di italiani che a inizio secolo si imbarcavano verso il Nuovo Mondo e quello di un uomo, Adriano Olivetti che ambiva a un modello economico-industriale fondato su solidarietà, responsabilità, giustizia e umanità.
La prima, “Partivano i bastimenti. Home sweet home America” è curata dal giornalista e collezionista Massimo Cutò, racconta il viaggio dei migranti italiani che ai primi del ‘900 si imbarcavano per l’America con le grandi compagnie. Dai poster delle eleganti navi spediti mensilmente alle curie e agli uffici comunali che pubblicizzavano le nuove rotte, alle réclame dei prodotti italiani già simbolo di un pionieristico “Made in Italy”; dalle suggestive foto di famiglia incorniciate tra le due bandiere a suggello dell’integrazione nel Nuovo Mondo, allo sgabello da sciuscià, lustrascarpe, umile destino di molti italiani macaroni (termine popolare con quale venivano chiamati gli italiani). E poi coccarde, le temutissime schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno e le musiche malinconiche per una patria ormai lontana.




La seconda è “Olivetti #StoriadiInnovazione” realizzata in collaborazione con l’Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea. Un percorso distinto in tre tappe – macchine da scrivere, macchine da calcolo, pc stampanti e registratori di cassa – che vuole essere una riflessione sul concetto di design secondo Adriano Olivetti: non soltanto una cipria da mettere sopra il prodotto per vendere di più, quanto metafora di responsabilità verso l’ambiente, la gente, verso il destino del prodotto e della società.In esposizione si potranno così trovare i modelli M40 e Lettera 22, la macchina da scrivere portatile che ha conquistato grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Ernest Hemingway. E poi la Olivetti Valentine (mia preferita ça va sans dire!) nata nel 1968 dal progetto di Ettore Sottsass e Perry A.King, le macchine da calcolo Divisumma 24 e 18, Summa 19 e Programma 101 il calcolatore da tavolo ritenuto da una parte della storiografia informatica il primo vero personal computer della storia.





Tra i modelli in esposizione, la Lettera 22, “Leggera come una sillaba, completa come una frase” – come recitava una delle pubblicità del tempo. Disegnata per Olivetti dall’architetto Marcello Nizzoli conquistò presto grandi giornalisti e scrittori da Indro Montanelli a Oriana Fallaci, da Enzo Biagi a Gianni Mura fino ad Ernest Hemingway. In esposizione si potranno trovare 5 macchine nei colori originali utilizzati negli anni ’50 ovvero marrone, rosa, verde, azzurra. La quinta macchina, invece è di recente produzione: nel 2020, per celebrare i 70 anni dalla nascita della Lettera 22, l’Associazione Archivio Storico Olivetti, in collaborazione con Rinascente e ‘Olivetti X Tutti’, produce 70 Olivetti Lettera 22 con carrozzeria ridipinta tricolore. (Vorrei tanto aprire un capitolo sui meravigliosi poster pubblicitari della Olivetti ma poi non lo chiuderei più!).
Per questo appuntamento primaverile (l’altro è in autunno) il viale delle Esposizioni si trasforma così in una vera e propria cittadella dove espositori sia italiani che esteri, presentano le proprie curiosità, siano esse molto antiche o riscoperte da un recente passato. Ci vediamo lì!
Info: dal 12 al 20 marzo, biglietto interno online 12€ – Mercanteinfiera