Per chi non lo sapesse la Black History Month Florence è l’iniziativa dedicata a promuovere le culture afro-discendenti nel contesto italiano. Quest’anno e per il settimo anno consecutivo BHMF ha attivato la collaborazione con MAD Murate Art District mettendo in mostra Memory Effect, uno dei tanti progetti dedicati all’iniziativa.
Memory Effect, co-prodotto da MAD Murate Art District e The Recovery Plan, consiste in quattro installazioni degli artisti Binta Diaw, Nexcyia, Bocar Niang e Lerato Shadi che lavorano alternando performance, arte sonora e installazioni.
Il Memory effect, l’effetto memoria (ME) in geologia è visualizzato in interferenze e anomalie presenti nelle mappature e topografie; è infatti prodotto da errori e imperfezioni generati dall’attrezzatura e dalla tecnologia utilizzate nella raccolta dei dati e nella creazione di grafici. Questa riflessione dà forma alla mostra inquadrando le tattiche e gli strumenti connessi alla creazione e alla conservazione degli archivi e tutto ciò che rimane al di là del loro sguardo e della loro registrazione. Ciascuna delle opere esposte è realizzata con un approccio di installazione site specific ed estende la percezione della capacità sonora di occupare spazio. Video, materiali tessili, terriccio e parti di automobili articolano una serie di dialoghi sfumati sulla documentazione e la memoria come forme di resistenza. Attingendo a storie orali ed evidenziando materiale non archiviabile, il progetto è arricchito da display di ricerca portata avanti dagli alunni del master IED in Curatorial Practice collegati a Black Archive Alliance in dialogo con le opere degli artisti.
Il lavoro di Binta Diaw, 1.12.44, esposto nella Sala Anna Banti, è un’installazione ambientale composta da terra, suono, piante di miglio e un cappello dall’uniforme dei Tirailleurs sénégalais. L’opera fa direttamente riferimento alla storia complessa e sfaccettata dei Tirailleurs Sénégalais, uomini che furono arruolati in vari conflitti dal corpo d’armata francese durante il dominio coloniale francese in Africa occidentale. La data menzionata nel titolo, il primo dicembre del 1944, ricorda il massacro compiuto dal comando francese a Thiaroye, in Senegal.
Binta Diaw, – “1.12.44”
Nel video Mabogo Dinku(esposto nell’Emeroteca di MAD al piano terra), la mano di Lerato Shadi fa gesti enigmatici e lei canta un verso popolare in Setswana. Shadi non fornisce sottotitoli o indicazioni sul significato di parole e gesti perché l’artista narra l’inenarrabile, la storia del suo popolo, emarginato durante l’apartheid in Sudafrica.
Lerato Shadi
Con Mur des Mots (Muro di parole) di Bocar Niang, esposto nella galleria al primo piano, l’artista riflette sulla trasversalità delle espressioni artistiche, tra tradizione e contemporaneità, evidenziando il ruolo dell’oralità. La sua pratica riguarda la creazione di una collezione composta da racconti e poesie multilingue (in francese, inglese, pulaar, wolof, bambara, mandé, arabo).
Infine nel foyer del Carcere duro, al terzo piano, INTER(FEAR)ENCE di Nexcyia parla delle divisioni e delle gerarchie tra i potenti e gli impotenti. Ispirato dall’idea che la paura generi un filtro sonoro, che ci impedisce di riconoscere la nostra comune umanità, questo lavoro dà corpo alle paure presenti ma invisibili simboleggiate dalle forze dell’ordine.
L’inaugurazione della mostra è fissata per giovedì 2 febbraio alle 17.30. Fino al 2 marzo.
Info: la mostra è aperta dal martedì al sabato dalle 14.30 alle 19.30. Chiuso al pubblico: domenica e lunedì. www.murateartdistrict.it
*La foto di copertina è di MAD Murate Art District.
Vorrei, farei, penserei. Inizia sempre così, carico di buoni propositi, bacini e finte smancerie ogni capitolo del nuovo anno. Ci convivi forzatamente per un po’ – giusto quei 364 giorni – e infine lo mandi candidamente a quel paese ogni 31 dicembre.
Quest’anno, caro gennaio del 2023, ho volutamente iniziato a scriverti tardi proprio per vedere se:
a) fino a che punto avrei gonfiato la mia testa di buoni propositi e aspettative
b) fino a che punto avrei retto con questo focus mentale
c) fino a che punto mi avresti ampiamente delusa
E quindi, eccoci qui, a fine mese a vedere che cosa è successo. In ordine sparso mi ero ripromessa di leggere di più (finora male); camminare di più (mi difendo con 5km al giorno); polemizzare di meno (difficilissimo); guadagnare di più (no comment).
Perché tutta questa aspettativa da un mese che – poverino – non ci ha fatto niente? Un mese che ha tra le sue colpe solo quello di essere freddo, piovoso, un mese di riflessione forzata su tutti i dilemmi esistenziali e ultimo ma non meno importante, anzi direi, drammatico aspetto – un mese con ben cinque lunedì.
Il nome gennaio, dal latino ianuarius deriva da Ianus, dio romano Giano, la divinità che in generale rappresentava ogni forma di passaggio e mutamento (porte, ponti, passaggi ed effettivamente gennaio è il mese che apre le porte del nuovo anno). Solitamente raffigurato con due volti Giano Bifronte è conosciuto per essere il dio che può guardare il futuro ma ha sempre uno sguardo anche al passato.
Insomma, un destino ingrato quello di gennaio perché vive nell’indecisione: “Mi si nota di più, se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” (Ecce Bombo di Nanni Moretti).
Ebbene caro gennaio, davvero, con tutto il candore che possiedo e chiaramente senza rancore: vuoi gentilmente salutare il tuo pubblico, uscire di scena e portarci direttamente a febbraio?
Hai detto cibo? No, ho detto Taste! Il salone dedicato alla food culture contemporanea che riunisce il meglio delle eccellenze del gusto torna in città dal 4 al 6 febbraio alla Fortezza da Basso.
Dal salato al dolce, dai soft drinks agli spirits, passando per il design dedicato alla tavola, Taste è l’appuntamento di riferimento per scoprire le migliori aziende (500 espositori, oltre 80 aziende che partecipano per la prima volta e una presenza sempre più internazionale di buyer in arrivo anche dai mercati emergenti) i prodotti iconici e le tendenze del food & beverage, in un percorso fatto di proposte sempre più creative e consapevoli.
Il gusto coinvolge la città
È confermato infatti il consueto appuntamento con il calendario off Fuori di Taste dove le aziende che partecipano alla manifestazione incontrano i locali cittadini con cene a tema, presentazioni ed eventi in giro per tutta la città. Il calendario è fittissimo e io vorrei assaggiare tutto, come si fa? Lo trovate qui: https://taste.pittimmagine.com/. Per ora gli imperdibili secondo me: Doppia C: per essere originali! dove Antica Macelleria Falorni di Greve in Chianti presenta la sua punta di diamante: il prosciutto affinato sotto la cenere (3 febbraio, ore 18.30 da Tiratissima); Galeotto fu il risotto, Leonardo Romanelli mette in scena uno spettacolo durante la preparazione di un risotto, raccontando la vita di un cuoco. (3 febbraio ore 19,30 al Teatro del Sale); Non è margherita. È Starita! con un cooking show di Antonio Starita (4 febbraio alla pizzeria Starita); Laudemio Frescobaldi e Pasta Tirrena a Salotto Portinari, in cui viene lanciato Pasta Tirrena, nuovo marchio del gruppo Frescobaldi. Lo Chef Vito Mollica dedica un menu a Laudemio Frescobaldi, olio evo proveniente dagli uliveti Frescobaldi, accompaganto da autentici sapori e profumi del territorio, e dai vini della maison del vino toscano. (4 febbraio alle 19:30 Salotto Portinari Bar & Bistrot) e infine Fratelli Chiaverini presenta “Il Brunch Fiorentino” a Ditta Artigianale (5 febbraio dalle 9 presso tutti i negozi di Ditta Artigianale) viene proposto il “Brunch Fiorentino” realizzato con marmellate Chiaverini in versione dolce e salata.
Tema scelto per questa edizione è l’alimento principe della cucina italiana: la regina pasta. E io, da vera pastara, ne sono subito fan. Tradizione, tipicità, convivialità, nutrimento e creatività. La pasta ci rimanda al concetto di casa, certo, ma sempre di più è anche alta cucina. Taste offrirà un viaggio speciale alla scoperta delle esperienze e sfaccettature del mondo della pasta,e dei nomi di alcuni importanti pastifici. Il tema inoltre verrà declinato con un’installazione all’entrata della Unicredit Taste Arena, sarà protagonista di alcuni degli argomenti dei Taste Talk, e farà incursione anche nei Taste Ring curati da Davide Paolini.
Jazzy Taste
Il jazz è il genere musicale che meglio rappresenta la voglia e la libertà di provare accostamenti inediti, lanciandosi nell’esplorazione di sound innovativi. Proprio come accade con i sapori. ecco perché Jazzy Taste è il tema scelto per la campagna di lancio della manifestazione. Tra cibo e musica, del resto, non mancano le assonanze. Clarinetto, sax, tromba e percussioni, in versione “golosa”, detteranno il ritmo della sedicesima edizione di Taste. La comunicazione visiva è di Auge Design.
Il percorso espositivo Dopo lo stop obbligato tornano le degustazioni in tutti gli stand, quindi anche gli espositori dotati del bancone potranno tornare a proporre assaggi ai visitatori interessati. Si parte dal piano attico del padiglione centrale con i prodotti salati per proseguire al piano terra che accoglierà a fine percorso anche una proposta “ibrida”, che accompagnerà i visitatori verso i sapori dolci riuniti al Padiglione Cavaniglia. Al piano terra del Padiglione Centrale, nella Taste special area ci sarà un focus sugli amari: una selezione di etichette artigianali che rappresentano l’eccellenza del made in Italy del settore. Al termine del percorso, lo shop dove acquistare i prodotti scoperti durante la visita.
Nel fitto programma troviamo i Taste Ring a cura di Davide Paolini, tra cui segnalo “Come reperiscono le materie prime di qualità i grandi hotel?” (sabato 5) e “La rivincita della pasta secca” Perché la cucina stellare per anni non ha utilizzato la pasta secca poi all’improvviso il boom di spaghetti al pomodoro e alla cacio e pepe (domenica 6). E i Taste Talks: Pasta Couture / Haute Cottur. Il senso della moda per la pasta. Parole e immagini sulla fascinazione reciproca tra pasta e moda, tra estetica, eros e gusto. Ecco di che pasta son fatte le donne! Generazioni, cibi, culture, latitudini a confronto. Partecipa una Sfoglina e i suoi tortellini; Xin Ge Liu de Il Gusto Dim Sum; Matilde Pettini animatrice di Dalla Lola e la sua pasta al pomodoro. Mi dedico alla terra. Storie di imprenditrici agricole, dall’invisibilità al protagonismo delle donne in agricoltura. Perché sempre più donne scelgono il mestiere della terra, si iscrivono alla Facoltà di Agraria, sono alla guida di aziende agricole. Il cibo a tempo di musica: il suono legato al mondo dell’enogastronomia. Com’è influenzata dal suono la nostra percezione del cibo? Ne discutono, con la giornalista e scrittrice Anna Prandoni, un musicista, uno chef e un tecnico del suono e dell’insonorizzazione nei ristoranti.
Info e orari: Aperta agli operatori del settore: dalle 9.30 alle 19.30 sabato e domenica, e dalle 9.30 alle 18 di lunedì; e agli appassionati con un biglietto di 20 euro idalle 14.30 alle 19.30 e lunedì dalle 9.30 alle 18. Pitti Taste.
Il cinema Astra, di cui vi avevo già parlato qui è finalmente pronto per alzare la saracinesca e aprirsi alla città. Lo fa con 5 eventi distribuiti in 4 giorni (da giovedì 26 a domenica 29 gennaio) e un’apertura in grande stile.
Diamo meglio un’occhiata al programma
A inaugurare il nuovo cinema sarà il critico cinematografico Paolo Mereghetti che racconterà i trent’anni del suo celebre dizionario del cinema, dialogando col direttore del Festival dei Popoli Alessandro Stellino (ingresso gratuito, prenotazioni qui bit.ly/Mereghetti23). La pubblicazione con 35mila schede redatte da Mereghetti è dedicata ai critici cinematografici toscani Claudio Carabba e Vieri Razzini, entrambi scomparsi in anni recenti e a cui Firenze è molto legata. Prima dell’incontro al pubblico, il cinema sarà inaugurato in forma privata alla presenza delle autorità cittadine con un taglio del nastro molto particolare. Al posto del consueto nastro rosso sarà tagliata una pellicola cinematografica i cui fotogrammi saranno poi regalati ai presenti per tutto il giorno. La cerimonia sarà accompagnata da tre giovani musicisti che suoneranno dal vivo le grandi colonne sonore del maestro Ennio Morricone.
In prima serata giovedì 26, introdotto dallo stesso Mereghetti, alle ore 21 il noir capolavoro di Orson Welles La signora di Shanghai, che sarà proiettato in una versione restaurata e in lingua originale con sottotitoli in italiano.
L’inaugurazione si svilupperà per tutto il fine settimana e prevede numerosi eventi, film, incontri, mostre. Tra questi, la mostra internazionale dal titolo “Riverboom – Greatest Hits: photography vs cinema”(venerdì 27 alle 18, ingresso gratuito) del collettivo di fotografi fiorentini Riverboom, un viaggio visivo su grande schermo delle fotografie più suggestive degli ultimi vent’anni scattate in tutto il mondo dai fotografi Edoardo Delille (presente in sala), Gabriele Galimberti, Paolo Woods, Claude Baechtold, Serge Michel, Alexandre Tzonis. Riverboom è un collettivo italo-svizzero fondato nel 2002 sulle rive del fiume Boom, in Afghanistan. Negli ultimi vent’anni, Riverboom ha realizzato mostre, prodotto film, organizzato feste e pubblicato libri tra cui le guide illustrate Baechtold’s Best, dedicate interamente a destinazioni inconsuete come il Polo Nord o l’Afghanistan.
Sabato 28 (alle 16.00 e alle 18.30) il regista Andrea Segre incontrerà il pubblico dopo entrambe le proiezioni per il suo ultimo film Trieste è bella di notte, che svela ciò che accade al confine tra Italia e Slovenia, sulle colline sopra Trieste, in tema respingimenti dei migranti. A seguire, alle 21, il film italiano più visto di sempre su Netflix, per la prima e unica volta al cinema, Il mio nome è vendetta del regista fiorentino Cosimo Gomez (presente in sala insieme al co-sceneggiatore Sandrone Dazieri). Il film, con Alessandro Gassman e Remo Girone è la storia di un ex sicario della mafia che quando i nemici dal passato gli uccidono la moglie e il cognato, si rifugia a Milano con la figlia e pianifica la sua vendetta. Per una sera il film tornerà a vivere in un cinema, grazie a Netflix che ha concesso in via eccezionale la proiezione pubblica.
In sala arriverà anche il collettivo di videomaker Il Terzo Segreto di Satira col film, in prima assoluta, Domino 23 – Gli ultimi non saranno i primi (domenica 29 gennaio alle 16.00 e alle 18.30). Il collettivo milanese non ha paura di affrontare con ironia temi come la sostenibilità ambientale, le nuove sensibilità sul politicamente corretto, il mondo del lavoro e la novità del nuovo governo di destra. Entrambe le proiezioni alla presenza degli autori.
Sul cinema: dopo ben nove anni dalla chiusura, avvenuta nel 2014, la nuova sala polifunzionale, di proprietà di Banca Cambiano – che proprio lì accanto avrà una sua filiale – sarà gestita da Prg e Fondazione Stensen. Info e programma completo www.astrafirenze.it.
Si intitola “Fuori dal mondo” la personale di Christian Balzano in mostra a Palazzo Medici Riccardi, visitabile fino al 12 marzo.
Il progetto Fuori dal mondo sembra “giocare” sul significato di cosa voglia dire stare dentro o fuori dal mondo ma soprattutto vuole sollevare interrogativi sulla condizione del pianeta, sviluppandosi su temi ricorrenti nell’arte di Balzano (dalle grandi questioni della globalizzazione, all’integrazione sociale fino ai cambiamenti climatici) e presenta per quest’occasione opere recenti e lavori inediti, elementi trascinati e trasformati dalla corrente tumultuosa della contemporaneità che approdano negli ambienti rinascimentali di Palazzo Medici Riccardi.
All’intero dell’esposizione troveremo opere fortemente connesse tra loro, come i quattro grandi timbri in marmo con i simboli delle religioni più diffuse al mondo (ebraica, cristiana, musulmana, induista) a cui si aggiunge il timbro “personale” dell’artista (che ha come effigie un toro); stoffe su cui campeggiano carte geografiche di paesi in guerra – trasformate dall’acqua del mare – o bandiere di paesi i cui confini sono separati da muri o linee invalicabili: tutti elementi che vanno a costituire un atlante critico del globo, a cui Balzano si approccia come ad un unico grande e sfaccettato “tessuto” sociale e politico.
Proseguendo, troviamo l’installazione Io siamo tessuto, costituita da una bambina in bronzo a grandezza naturale che tira – come un pescatore fa con la sua rete – una grande sfera che rappresenta il mondo, fatta di tessuti di diversa natura.
“Secondo il pensiero di Christian Balzano, che seppure il presente che stiamo vivendo non dia alcuna rassicurazione né abbia decretato alcuna fine della storia, pur con tutte le sue incertezze e atrocità, è l’unica forza attiva a cui possiamo appigliarci per scongiurare il naufragio e non perdere la speranza nel futuro di un nuovo mondo, senza più confini e quindi tutto da scoprire. In ciò forse la pratica dell’arte e la figura stessa dell’artista, di ogni artista probabilmente (che potremmo definire metaforicamente un matto, un giullare, un trickster, un eccentrico cartografo delle rotte del presente o un sognatore di un nuovo mondo) si adattano perfettamente al timone di questa difficile e spesso vacua navigazione. Perché in fondo, come piace pensare a Balzano, “re e uomini fanno progetti dei quali Dio ride” – afferma il curatore Marco Tonelli.
“Gli enormi contrasti ideologici ed i veloci cambiamenti in atto (geo-politici, religiosi, culturali e di conseguenza sociali) mettono in evidenza la necessità di riflessioni e cambiamenti. Oggi la natura ha evidenziato questa urgente necessità – dichiara Christian Balzano -. In questo progetto il protagonista sarà il tessuto che, come un individuo, un’identità ben specifica, assumerà nuove forme e nuovi significati attraverso lo scontro o incontro con nuovi elementi, sostanze che, come un virus, lo alterano, modificano e portano agli estremi. Lo spazio ed il tempo impiegati per ogni singolo lavoro, condizioneranno il risultato finale rendendolo diverso l’uno dall’altro. Ma la diversità, vista come ricchezza, può generare solo nuove forze di pensiero libero”.
Partirà domani, giovedì 19 gennaio e durerà fino a domenica il minitour 2023 di Vinokilo, la più grande kg sale europea di abbigliamento, accessori vintage e second hand. Farà tappa al Mercato Centrale di Firenze (in piazza del Mercato Centrale, via dell’ Ariento) per poi proseguire al Mercato Centrale di Torino (dal 26 al 29 gennaio) e continuerà il suo viaggio itinerante per l’Italia iniziato tre anni fa.
Cosa fa Vinokilo?
Vinokilo porta avanti la propria mission di diffondere la cultura del riuso e del risparmio ambientale presso il maggior numero di persone possibile. Infatti dopo aver chiuso il 2022 con quattro date in alcune delle principali stazioni ferroviarie italiane – Vinokilo sceglie come partner il Mercato Centrale, per inaugurare il nuovo anno con un format unico, che combina shopping al kilo di moda sostenibile e artigiani del gusto.
Fondamentalmente, portatevi dietro le miglior intenzioni di spendere consapevolmente, di visitare una location insolita, dove godere di buona musica e mangiare qualcosa, tra i tantissimi banchi che offre il Mercato Centrale. Oltre ai vestiti, gli eventi targati Vinokilo sono spesso accompagnati da varie attività come laboratori di serigrafia, upcycling e live painting per personalizzare i capi acquistati, musica dal vivo e sonorizzazioni con dj locali, oltre che alle degustazioni.
Prezzi e biglietti
Ci sono due tipologie di biglietti: Vintage Lovers FREE sono slot gratuite limitate, non disponibili nelle prime 3 fasce orarie della giornata e Vintage Lovers General Admission al costo di 3€ che permettono l’accesso nelle prime 3 fasce orarie della giornata e durante tutte le altre fasce. Inoltre con la formula Give Back Bar potete anche portare i vecchi vestiti per ottenere uno sconto fino al 20% sul vostro acquisto. I capi devono essere in buone condizioni e lavati prima di essere portati da noi! Non accettiamo capi di marchi di fast fashion, calze, biancheria intima o accessori. Ps. si può pagare solo con carta. Meloni can you hear me?
Tralasciando il fatto che mi sono momentaneamente trasferita in campagna – quindi colcà che prendo la macchina, affronto il traffico della FI-PI-LI, bestemmio per un parcheggio e pago un cocktail 18 euro – quando mi chiedono “mi consigli un localino carino dove fare aperitivo a Firenze?”. “Certo!” – rispondo io. Con una lista forse più utile a me che a voi, perché i neuroni non fanno contatto come una volta, ma per tutte le volte in cui abbiamo esclamato: “Vorrei andare a fare aperitivo ma non so dove!” – eccovi serviti.
Caffè Lietta
In piazza Libertà, per un aperitivo all’aperto sotto il loggiato o all’interno del locale sotto la volta affrescata c’è il Caffè Lietta, di cui vi avevo già parlato ampiamente qui. Oltre a vini e bollicine, consiglio i cocktail, tra cui l’intramontabile Negroni vecchia formula. io personalmente ordino quasi sempre uno Spritz Select (servito in una barca più che un bicchiere ed è una cosa positiva) ma fanno anche un ottimo Americano. Il tutto accompagnato da sfiziosi piccoli taglieri, con selezioni di affettati, crostini, formaggi e crudité. Se dopo l’aperitivo vi aspettano per cena, sorprendete i vostri invitati con una torta o i loro famosissimi e deliziosi piruli – particolari budini con pastafrolla ripiena di ricotta, disponibile in diverse varianti a seconda delle stagioni (mela fresca, crema di gianduia, frutti di bosco). Hanno aumentato i prezzi ma ve li serviranno in scatole bellissime e farete una figura eccellente. Info: piazza della Libertà, 6/7/8 Rosso – Tel. 055 269 6874.
Un classico dei classici posti dove fare aperitivo a Firenze è il Soul Kitchen. Sinceramente ho perso il conto di quante feste di laurea ho festeggiato lì. Se prima erano famosi per gli apericena a buffet, ora (anche causa Covid) hanno messo a punto una formula molto più gustosa. Si può scegliere tra tapas o taglieri, un po’ per tutti i gusti e gli appetiti. Gli arredi sono in stile cinema Broadway anni ’70 (il tabellone che cambia ogni volta con frasi cult è imperdibile) e i cocktail si ispirano ai cattivi del cinema. Il mio preferito? “She Hulk” a base di basilico fresco, succo di lime, zucchero, vodka e limoncello artigianale. Sicuramente il tagliere a 15 € con drink mi sembra un miraggio data la corrente inflazione! Info: via de Benci 34r – tel. 389 315 4346.
Siamo nei pressi di piazza Beccaria, tra via Cimabue e via Orcagna. In via Luna c’è un angolino nascosto ricavato da un’ex fabbrica di graniglia. Siamo da BarBar, un posto curatissimo nei dettagli e variegato nell’offerta del menù. Hanno una corte interna dove ci si può godere il tiepido sole d’inverno o l’aria aperta quando il sole è più cocente. In un mix tra piante esotiche e mobili di design (tutti acquistabili sul posto) l’atmosfera è davvero suggestiva e piacevole. Info: via Luna, 1 – tel. 055 669007.
Quello che era un piccolo fondo commerciale un tempo adibito alla rivendita di sali e tabacchi, è ora un’attività commerciale dedicata a cibarie e mescita. Parliamo di Retrobottega, un posticino a due passi da piazza della Signoria dove fermarsi per una schiacciata tradizionale o rivisitata in chiave contemporanea o sorseggiare i classici del bere all’italiana, dai vini alle birre fino ai cocktail. Il bancone, dotato di una doppia anima, permette il servizio simultaneo sia all’interno che all’esterno del locale, grazie ai tre affacci sull’isolato più piccolo del centro storico cittadino. Il lavoro di progettazione è stato fatto interamente dagli architetti di Studio AFSa che con l’utilizzo di cotto imprunetino, ferro calamina e superfici continue in micro-cemento marrone terra descrivono una palette cromatica che rimanda al territorio toscano in modo armonioso e in equilibrio con i prodotti enogastronomici offerti. Info: Piazza de Cimatori 5r – Tel. 055 8024703.
Quando abitavo lì dietro l’angolo (Ponte Rosso mi manchi!) uno dei miei sogni era essere così ricca da prendere cibo d’asporto ogni giorno dalla gastronomia Galanti. Un desiderio che durava il tempo di esprimerlo perché non ci andavo tanto spesso, ma quando capitava era sempre una gioia. Ci troviamo sempre in zona piazza Libertà, sotto il loggiato più vicino a viale Milton e qui si trova la storica gastonomia Galanti, che dopo un cambio di look qualche anno fa, non ha perso colpi in termini di qualità. Colui che gestisce tutto dietro al bancone ma anche tra i tavoli, muovendosi sapientemente tra oltre mille etichette di una pregiata enoteca è Andrea Galanti, proprietario e anche miglior sommelier d’Italia AIS 2015. Ogni sera durante l’aperitivo si può scegliere un vino al calice o in bottiglia accompagnati da piatti espressi o taglieri. Il mix di salumi e formaggi è davvero delizioso. Info: piazza della Libertà, 31r – tel. 055 490359.
Avete presente quando non è che dovete abbuffarvi ma semplicemente fare degli assaggini per placare la fame? Ecco: quello è un fermino. Fermino è anche un piccolo bistrò just around the corner della Basilica di Santa Croce, per sorseggiare un buon cocktail o un calice di vino, con possibilità di ordinare anche qualche piatto del giorno. Sul menù troverete ovviamente “i fermini” classici come polpette di manzo; di ceci o di baccalà; crostone burro e acciughe o salsiccia e stracchino e gli inimitabili coccoli. Oppure potete buttarvi sui loro gustosi hamburger. Consigliato sia per aperitivo che in pausa pranzo. Info: Borgo Santa Croce, 31r – tel. 055 2381775
Un posticino super accogliente a due passi da piazza Tasso è L’ornitorinco libreria caffè. Laddove una volta c’era la Black Spring, oggi l’attività culturale prosegue con l’ esperimento (riuscito!) di Lilith Gianelle. L’idea di aprire una libreria è stato un modo di coniugare le sue passioni (tante!) che giustifica anche la scelta del curioso nome. L’ornitorinco è un animaletto non classificabile ma unico nella sua specie. Tra gli scaffali troviamo sia classici che narrativa contemporanea, con una predilezione per l’editoria cinematografia mentre al bar via libera alla semplicità con un’offerta genuina e locale e un occhio attento alle piccole realtà del territorio. Vino della casa rosso e bianco, con una selezione di vini in bottiglia, birra alla spina e in bottiglia, tramezzini e cicchetti.Se entrate per l’aperitivo sono sicura che ne uscirete un po’ brilli ma sicuramente con un libro sotto il braccio! Info: via di Camaldoli, 10r, aperto tutti i giorni tranne il mercoledì. Tel. 055 3872722.
Siamo arrivati a quota 4 per Ditta Artigianale, il primo coffee bar italiano dedicato ai caffè di qualità, che ha di recente piazzato la bandierina in Lungarno Soderini 7R ma devo dire che tutti i loro locali hanno validissime offerte per l’aperitivo. Tra drink classici e moderni la parte importante della loro offerta si conferma il gin bar, con una selezione di oltre 150 etichette diverse di gin provenienti da tutto il mondo, accompagnate a tapas varie per l’aperitivo. Se siete lì e vi si apre la voragine dovete assolutamente prendere le patate dolci. Irresistibili.Info: via dei Neri 32R, via dello Sprone, 5R e via G.Carducci, 2R – tel. 055 936 7419
Fratello minore del Santo Bevitore, di cui vi avevo già parlato qui per una cena perfetta, il Santino si trova in via di Santo Spirito, classico posticino per fare aperitivo in Oltrarno. Per una pausa pre-cena dal sapore toscano autentico ovvero calice di vino accompagnato da taglieri di salumi o formaggi, in un ambiente easy. Info: via di Santo Spirito, 60r. Tel. 055 2302820.
Ci sono quelle realtà che vanno a gonfie vele pur non aggiornando i social dal ’47. Il locale di cui parliamo è uno di questi. Soprattutto d’estate, con i tavolini messi in piazza Santo Spirito, il Pop Cafè è il posto giusto per bere e rilassarsi in compagnia. Bellissimo anche quando c’è il consuetò mercato di Santo Spirito ogni seconda domenica del mese. Info: piazza Santo Spirito 18a/r. Tel. 055 217475.
“Un boutique cinema piccolino, accogliente e aperto dalla mattina alla sera dove non ci saranno film come “Avatar” ma una proposta in equilibrio tra film europei, film italiani indipendenti e pellicole straniere in lingua originale con i sottotitoli”.
Ecco una data da segnare in agenda: giovedì 26 gennaio 2023 riaprirà il cinema Astra in piazza Beccaria. Dopo ben nove anni dalla chiusura, avvenuta nel 2014, nascerà il nuovo cinema Astra, che sarà inaugurato al pubblico con quattro giorni di eventi e proiezioni. La nuova sala polifunzionale, di proprietà di Banca Cambiano – che proprio lì accanto avrà una sua filiale – sarà gestita da Prg e Fondazione Stensen.
Una lunga storia, quella del cinema di piazza Beccaria. Nato negli ’20 del secolo scorso col nome Metropolitan, poi diventato Alhambra, venne ristrutturato negli anni Ottanta dalla famiglia Germani e prese il nome di Astra 2, sulla scia del già esistente cinema Astra in via de’ Cerretani. L’ultimo passaggio di proprietà nel 2017 dalla famiglia Germani a Banca Cambiano. Tra gli eventi che in molti ancora ricordano, l’anteprima di “Johnny Stecchino” con Roberto Benigni e quella de “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino con tutto il cast a seguito.
Tralasciando il colore arancione delle poltroncine, la sala ospiterà circa cento posti e avrà uno schermo di otto metri. Oltre che cinema sarà uno spazio che si presterà a vari eventi, aperto sette giorni su sette, anche nel periodo estivo. Il cinema sarà aperto dalla mattina alla sera, con una programmazione che spazierà dai titoli d’essai ai grandi film in lingua originale, dai classici del cinema ai documentari, con eventi dedicati ad autori sia italiani che stranieri. Un modello eclettico sempre più necessario alla sopravvivenza delle sale cinematografiche, che si adattano a pubblici con esigenze e gusti diversi. Oltre a questo, ci saranno incontri, convegni, conferenze, presentazioni di libri, momenti di confronto sulle tematiche di attualità e poi piccoli concerti, spettacoli, performance che conferiranno al nuovo cinema Astra una sua specifica identità culturale.
Particolarità della sala è un sistema di sedute a scomparsa, grazie al quale le poltrone possono scomparire sotto il pavimento, lasciando la sala libera di adattarsi a ospitare eventi che non necessitino di sedute, rimodulandosi in base alle esigenze. Il progetto della struttura, completamente rinnovata e modificata rispetto agli spazi precedenti, è stato realizzato dallo studio di architettura Archea di Firenze. La riapertura del cinema è stata resa possibile in virtù del regolamento urbanistico del Comune che prevede un riutilizzo a fini culturali delle sale cittadine dismesse.
Come ha detto Michele Crocchiola, direttore della Fondazione Stensen, “Siamo convinti che questo cinema diventerà un nuovo spazio vivace e polifunzionale per la città e sarà apprezzato dai fiorentini. L’esperienza cinematografica ha bisogno di spazi nuovi, flessibili, aperti e accoglienti, per venire incontro alle nuove abitudini del pubblico e offrire una multiprogrammazione variegata. Sarà una grande opportunità di ampliamento delle proprie attività anche per il cinema Stensen, per tutti i suoi dipendenti, collaboratori e operatori, dopo esserci messi alla prova con le nostre esperienze estive nelle arene cittadine. Ringraziamo Banca Cambiano per la fiducia nell’affidarci la gestione e la collaborazione dimostrata nei nostri confronti, che siamo certi ripagheremo al meglio”.